INQUADRATURA
L'inquadratura in fotografia è la porzione di spazio fisico (un ambiente, un paesaggio, etc.) inquadrata dall'obiettivo della macchina fotografica. L'atto di inquadrare consente di delimitare con precisione lo spazio che sarà ripreso e al contempo di escludere tutto il resto (che rimarrà "fuori campo", ossia all'esterno del campo visivo dell'osservatore).
Di seguito alcune considerazioni e suggerimenti.
Di seguito alcune considerazioni e suggerimenti.
RIEMPIRE L'INQUADRATURA
Una volta deciso cosa inquadrare (e decidere cosa escludere, che è altrettanto importante), fare attenzione a non lasciare spazi vuoti nell’immagine: i vuoti possono creare uno scatto privo di incisività, anche e soprattutto con soggetti ripresi troppo da lontano. Spesso avvicinandosi al soggetto l’effetto finale può migliorare di molto: e ciò può valere anche per i ritratti.
Una volta deciso cosa inquadrare (e decidere cosa escludere, che è altrettanto importante), fare attenzione a non lasciare spazi vuoti nell’immagine: i vuoti possono creare uno scatto privo di incisività, anche e soprattutto con soggetti ripresi troppo da lontano. Spesso avvicinandosi al soggetto l’effetto finale può migliorare di molto: e ciò può valere anche per i ritratti.
DIVIDERE L'INQUADRATURA
Qualsiasi tipo di immagine introduce una divisione all’interno dell’inquadratura: le suddivisioni sono ovviamente infinite, ma le più interessanti sono quelle che stabiliscono precisi rapporti tra le parti. Nel corso della storia molti artisti si sono occupati della questione: in particolare nel Rinascimento si tentò di fondare la ripartizione dello spazio pittorico su principi geometrici, in modo da codificare una composizione statica, dinamica, armoniosa. La tesi di fondo è che l’armonia sia basata su leggi fisiche obiettive. Tra le più famose regole di suddivisione ricordiamo la sezione Aurea o la regola di Fibonacci.
Qualsiasi tipo di immagine introduce una divisione all’interno dell’inquadratura: le suddivisioni sono ovviamente infinite, ma le più interessanti sono quelle che stabiliscono precisi rapporti tra le parti. Nel corso della storia molti artisti si sono occupati della questione: in particolare nel Rinascimento si tentò di fondare la ripartizione dello spazio pittorico su principi geometrici, in modo da codificare una composizione statica, dinamica, armoniosa. La tesi di fondo è che l’armonia sia basata su leggi fisiche obiettive. Tra le più famose regole di suddivisione ricordiamo la sezione Aurea o la regola di Fibonacci.
Abbiamo parlato di questo non per invitare ad usare la calcolatrice mentre si fotografa, per creare delle perfette proporzioni matematiche, ma per ricordare che ogni suddivisione produrrà un ordine nella composizione complessiva: variando poi la suddivisione, ossia la proporzione tra le varie parti, si produrrà un effetto ed un risultato differente.
ANGOLAZIONE
Una scena o un soggetto possono essere inquadrate da diverse angolazioni: avvicinandosi o allontandosi, alzandosi o abbassandosi…e le diverse proporzioni che si creano tra i vari elementi modificano la composizione. Spesso un’inquadratura frontale del soggetto risulta banale e noiosa, per questo è meglio sperimentare punti di vista che possano destare l’attenzione di chi guarda, anche in rapporto alla luce (diretta, diffusa, laterale, controluce). Se ci sono elementi di disturbo nell’inquadratura, tante volte basta spostarsi lateralmente anche di poco per mandare fuori campo un particolare indesiderato dello sfondo o basta abbassarsi. Anche piccoli spostamenti possono produrre differenze significative sul risultato finale.
Una scena o un soggetto possono essere inquadrate da diverse angolazioni: avvicinandosi o allontandosi, alzandosi o abbassandosi…e le diverse proporzioni che si creano tra i vari elementi modificano la composizione. Spesso un’inquadratura frontale del soggetto risulta banale e noiosa, per questo è meglio sperimentare punti di vista che possano destare l’attenzione di chi guarda, anche in rapporto alla luce (diretta, diffusa, laterale, controluce). Se ci sono elementi di disturbo nell’inquadratura, tante volte basta spostarsi lateralmente anche di poco per mandare fuori campo un particolare indesiderato dello sfondo o basta abbassarsi. Anche piccoli spostamenti possono produrre differenze significative sul risultato finale.
L'immagine varia anche in funzione alle ottiche montate: un soggetto ripreso con un grandangolo dal basso verso l'alto appare deformato e allungato. L'effetto distorsione si verifica anche quando si effettuano delle inquadrature troppo vicine al soggetto. Il soggetto appare più grande rispetto allo sfondo, quanto più è vicino il punto di ripresa. Il soggetto ripreso dall'alto, utilizzando un teleobiettivo, risulta schiacciato; l'immagine appare un po' confusa ed è difficile distinguere e mettere in risalto un oggetto fra gli altri particolari. La ripresa dal basso toglie infine i particolari del fondo che possono disturbare e fa risaltare il soggetto principale. Immagini singolari si ottengono con la fotocamera tenuta a raso terra.
NON RIMANERE SEMPRE IN PIEDI!
Quando osserviamo la realtà, lo facciamo dalla nostra altezza degli occhi e siamo abituati a un simile punto di vista. Ma se scattiamo fotografie ad alcuni soggetti soprattutto i più bassi (bambini, fiori, animali...) rimanendo in piedi, guardandoli dall'alto in basso i risultati saranno spesso mediocri. Se si vogliono scattare foto che attirino davvero l'attenzione, dovete fotografarli da una visuale che non è quella solita e consueta: quindi non dall'alto in basso, ma abbassandosi e scattando dal loro livello. Insomma bisogna sperimentare diverse angolazioni, piegandosi, sdraiandosi: spesso è molto più apprezzabile uno scatto da una angolazione non comune.
Fonte: Sito Web NonSoloTecnicaFotografica.it