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High key and Low Key su pellicola

Di solito per fotografia in high key ("in tono alto") si intende un'immagine in cui i toni chiari siano predominanti. Il solo fatto che ci siano molti toni chiari non basta, però, a rendere efficaci tali immagini: è necessaria anche la presenza di piccole quantità di toni scuri. E' proprio grazie a questi ultimi, infatti, che i toni chiari appaiono brillanti e tutta la foto acquista corpo.

HIGH KEY - SOGGETTO ED ESPOSIZIONE
Una conseguenza di quanto detto è che per realizzare una valida fotografia in high key è opportuno scegliere un soggetto adatto. E' inutile fotografare un soggetto scuro (o con una gamma tonale ampia ed omogenea, in pratica un soggetto caratterizzato da toni medi) e poi stamparlo su carta di contrasto 5 e/o con un'esposizione ridotta della stampa: non otterremo una foto in high key, ma solo una stampa pessima e slavata. Bisogna invece cercare soggetti idonei: persone bionde e dalla pelle chiara, il classico campo pieno di grano, una distesa innevata, e così via.
Soggetti del genere riflettono molta più luce del 18% che l'esposimetro si aspetta, dunque per evitare sottoesposizioni sarà opportuno utilizzare un esposimetro a luce incidente. In mancanza, ci potrà soccorrere il caro vecchio cartoncino grigio, e se non abbiamo nemmeno questo non ci resta che affidarci all'intuito e compensare l'esposizione ad occhio.

Nadir Magazine © Agostino Maiello

SVILUPPO E STAMPA
Rispettando queste indicazioni ci troveremo tra le mani un negativo che, sviluppato normalmente, avrà un aspetto molto denso, premessa indispensabile per una vera stampa in high key. E' sconsigliabile sovra o sottosviluppare il negativo. Nel primo caso si rischia infatti di tappare le alte luci, mentre nel secondo si appiattisce il contrasto locale tra i vari toni chiari dell'immagine, a danno della luminosità globale della foto.
Se il negativo è stato correttamente esposto e sviluppato secondo quanto finora suggerito, la stampa in high key non è nulla di particolarmente complicato. L'obiettivo finale dovrebbe essere quello di esporre la stampa in modo che il tono più alto, cioè più chiaro, sia quasi bianco. Si badi bene: quasi bianco, non bianco puro. Bisogna invece evitare di ritrovarsi in stampa aree completamente bianche, che quasi sempre rovinano l'effetto finale dell'immagine.
Puntando al quasi bianco come detto, si può esporre e sviluppare la stampa senza alcuna particolarità, e ci ritroveremo con un'immagine dai toni chiari, caratterizzata da un'ampia separazione tonale anche nelle zone più luminose, e qualche area o dettaglio scuro per dare luminosità al tutto. Non è essenziale che tali aree siano del tutto nere, perché grazie al contrasto con le zone chiare sembreranno più scure di quanto siano in realtà.

LA SCELTA DELLA LUCE
La luce ideale per le foto in high key è morbida e diffusa, come in presenza di un cielo nuvoloso (purché le nuvole siano chiare!) o, in interni, usando lampade opportunamente diffuse mediante bank, ombrelli o pannelli riflettenti. Poiché bisogna evitare ombre profonde, oltre alle luci puntate sul soggetto bisogna adoperarne delle altre per rischiarare lo sfondo, in modo che entrambi (soggetto e sfondo) abbiano un livello di luminosità elevato e non troppo differente (è la differenza che genera ombre).
Luci troppo dirette, come nelle giornate soleggiate, causano ombre, e giornate di cattivo tempo (cielo coperto da nubi cariche di pioggia) portano a foto cupe: in entrambi i casi è meglio rinunciare all'idea di lavorare in high key.

 
Nadir © Bandera 2005LOW KEY
Una volta compresa la logica delle foto in high key, ci vuole poco a capire come gestire la situazione opposta, quella delle foto in low key ("in tono basso"). Qui abbiamo una predominanza di toni scuri, con occasionali aree di luce o di bianco puro, ed è grazie al contrasto tra i due insiemi di tonalità che si ottiene quell'effetto che ci fa parlare, appunto, di fotografia in low key (che quindi non significa banalmente "foto scura").
Valgono, opportunamente adattate ove necessario, le stesse considerazioni fatte per le foto in high key: serve un soggetto adatto, ovvero ricco di toni scuri, perché non basta certo fotografare un soggetto normale sottoesponendolo; se mancano aree chiare, necessarie per il contrasto, non si rimedia sottoesponendo il negativo e/o sovraesponendo la stampa; e poiché i soggetti scuri riflettono meno luce del 18%, se ci si fida troppo dell'esposimetro si rischia di sovraesporre. In fase di stampa, infine, l'esposizione dovrebbe essere quella necessaria giusto per separare il nero pieno dai toni scuri.

CONCLUSIONI

Questa breve introduzione al tema delle foto in high o low key dovrebbe aver chiarito che non si tratta semplicemente di foto "chiare" o scure", ma che invece sono necessari alcuni accorgimenti in tutte le fasi del processo creativo (scelta del soggetto, esposizione, sviluppo, stampa) perché si possa parlare di immagini in high o low key. In particolare, è essenziale comprendere appieno il senso dell'espressione "predominanza dei toni chiari" (o scuri); senza piccole aree di luminosità opposta non si va da nessuna parte..
Le poche regolette generali che abbiamo esposto sono i principi fondamentali da seguire per ottenere questo tipo di fotografie, ma come sempre l'obiettivo finale dev'essere quello di scattare belle immagini e se una foto sarà più bella senza essere a rigor di termini una foto in high key, ben venga il mancato rispetto delle regole!
Un'ultima osservazione va fatta sulle foto a colori: in tal caso per high key si intende la predominanza di colori pastellati, non saturi e brillanti, con poche e piccole aree di colori pieni a dare contrasto al tutto. Ma al di là delle palesi differenze nel trattamento tra pellicole a colori e BN, la logica è la medesima, anche se questo articolo fa riferimento alle pellicole bianconero.

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